Recensioni
1. Daisy Jones & The Six, Taylor Jenkins Reid
2. Touch di Baltasar Kormákur
3. Carrie Soto is back, di Taylor Jenkins Reid
4. Arcane II
5. Frankenstein, di Mary Shelley
6. Cercasi amore per la fine del mondo
7. Viva Las Vengeance – Panic! At The Disco

Kristofer (Egill Olafsson), settantenne vedovo a cui è appena stata diagnosticata una malattia neurologica degenerativa, decide di seguire i propri ricordi prima di perderli del tutto e comincia un viaggio per il mondo alla ricerca di Miko, la sua storia più importante, conclusa nel pieno del sentimento e della passione per motivi sconosciuti ben 50 anni prima.
Baltasar Kormákur, il regista, ci regala un’opera in grado di commuovere in maniera ironica e sottile, pur facendo della semplicità, sia stilistica che narrativa, la sia arma più affilata. Mostra il presente della vecchiaia pieno di colori freddi e solitudine, incorniciato dalla pandemia di COVID appena scoppiata, interscambiandolo costantemente con i ricordi felici di cinquant’anni prima nella Londra post-guerra.
Il puro sentimentalismo nostalgico della pellicola non toglie importanza al lato più ideologico del regista che, senza mai risultare pedante o didascalico, infligge colpi letali nei confronti delle vecchie società, del patriarcato giapponese e all’idea della guerra e delle sue conseguenze. La coppia Kristofer/Miko, quindi, diventa come John Lennon e Yoko Ono, come anche ci ricorda il film stesso, e si fa portavoce della generazione anarchica e pacifista della gioventù anni 60/70.
Inno della vita e delle occasioni mancate, questa pellicola ci porta in un viaggio nella ricerca di ciò che ci riempie e ci rende felici, non dobbiamo mai fermarci di fronte alle avversità perché, se noi non agiamo la vita agisce su di noi, serve ciò che il protagonista, forse troppo tardi, si scrive sulla pelle: “coraggio”.
“Touch” è un film completo, senza pretendere di essere insegnante di vita dimostra come non è mai troppo tardi per ricercare la propria felicità, forse con un poco di ottimismo di troppo ci ricorda che la perfezione non esiste ma che il modo migliore per avvicinarcisi è cercare il proprio posto.

Tommaso

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