Recensioni
1. Daisy Jones & The Six, Taylor Jenkins Reid
2. Touch di Baltasar Kormákur
3. Carrie Soto is back, di Taylor Jenkins Reid
4. Arcane II
5. Frankenstein, di Mary Shelley
6. Cercasi amore per la fine del mondo
7. Viva Las Vengeance – Panic! At The Disco

Ho acquistato questo libro all’aeroporto, quasi per caso, e non sono mai, e dico mai, stata più contenta di aver comprato un libro alla cieca. Daisy Jones & The Six, di Taylor Jenkins Reid, mi ha totalmente cambiato la vita, nonché fatto scoprire la mia autrice preferita di romanzi contemporanei. Stavo cercando qualcosa riguardante la scena rock degli anni ‘70 e questo libro ha subito attirato la mia attenzione, anche grazie all’ispirazione che l’autrice ha preso dai Fleetwood Mac – chi può resistere, sul serio?

“I am not a muse. I am the Somebody. End of fucking story”

Il romanzo racconta la storia di una band rock, guidata dalle due grandi personalità dei frontman, Billy e Daisy, che si divide dopo due album sensazionali, lasciando dietro di sé molti interrogativi. Daisy, la protagonista, è una ragazza di Los Angeles, cresciuta più nei locali di musica che in casa sua, che un giorno firma un contratto con la casa discografica con cui hanno firmato anche i The Six. Il loro produttore, Teddy, decide di invitarla per registrare una canzone con la band, creando un nuovo fenomeno musicale, Daisy Jones And The Six.

Il libro esplora le relazioni di amore, amicizia, invidia e rivalità tra i membri della band, che portano sempre più rapidamente alla rottura della band. La storia principale tuttavia segue il rapporto tra Billy, da poco sposato con Camilla, e Daisy, lui che lotta contro la dipendenza e lei che la rincorre. Tuttavia, quella che potrebbe sembrare una semplice storia di tradimento diventa una storia d’amore contrastata dai protagonisti stessi, che avviene meno attraverso il rapporto tra i due e più attraverso la musica che loro scrivono insieme.

La storia della band viene ricostruita in un modo a dir poco sorprendente, ossia senza alcun tipo di narrazione. Non troverete un solo passaggio narrativo o descrittivo in questo libro, solo una grande, lunghissima, intervista multipla. Alcuni potrebbero pensare che non sia una scelta granché sensata, o che addirittura sia un escamotage per farsi perdonare una scrittura mediocre, ma invece nasconde una grande potenzialità: il lettore può esplorare la prospettiva di ogni singolo personaggio in momenti brevissimi e ravvicinati, senza che sembri una forzatura, e con una forza e un’efficacia incredibile. Quando Daisy pensava “Di sicuro Billy sa cosa sta facendo!”, Billy poteva tranquillamente confermare di non averne idea.

“Democracy sounds like a great idea, but bands aren’t countries”

Un aspetto che ho apprezzato è il coinvolgimento di tutti i personaggi che compongono il panorama musicale, non solo la band, ma anche tecnici, manager e produttori, in particolare perché l’autrice ha prestato molta attenzione al ruolo di ognuno di loro all’interno della creazione della musica che noi tutti i giorni ascoltiamo con tanta semplicità.

Oltre che un insight nelle relazioni interpersonali tra gli artisti stessi e tra gli artisti e le altre figure che entrano in gioco nella composizione di un album musicale, l’autrice mostra anche le difficoltà che l’industria pone ad ognuno di loro. Credo che tutti sappiamo che la fama ha dei lati oscuri, ed è interessante osservare una varietà di personaggi che in prima persona raccontano le conseguenze che essa ha avuto su di loro. I personaggi di questo romanzo sono così vivi che per un po’ potresti anche chiederti se davvero sono inventati, o se sono reali.

“When you think of me, I hope it ruins rock ‘n’ roll”

La vera diva, però, è Daisy Jones. Non esagero se affermo che potrebbe essere uno dei personaggi femminili più belli della narrativa contemporanea. Nessuno stereotipo, nessuna esagerazione, solo una sfrenata, magnifica, talentuosa, a volte ingenua ragazza che non potrebbe mai cadere nelle scadenti scappatoie di un personaggio femminile scritto male. Quindi, se quello che cerchi è una protagonista autentica che, pur non avendo il pieno controllo della sua vita, non sia forzata a finire tra le braccia di un uomo, lei è perfetta per te.

In particolare, la forza di Daisy sta nella sua sessualità, paradossalmente, non sessualizzata. Siamo abituati a vedere sessualità e corpi femminili solo per soddisfare lo sguardo maschile, come oggetti che vengono messi in mostra solo per bellezza, senza libertà, senza personalità, con il solo scopo di essere guardati. Daisy è un personaggio che porta una sessualità indipendente che non si cura dello sguardo maschile e che vive solo per sé stessa.

“Men often think they deserve a sticker for treating women like people”

Un’altra parte interessante del libro, infatti, è l’approccio alla femminilità e all’esperienza delle donne non solo nell’industria musicale, ma anche nel mondo. Ogni personaggio rappresenta una parte della femminilità, a partire da Camilla Dunne, la madre fiera e testarda, fino alla ribelle Karen Sirko che sceglie una vita senza figli e alla libera Daisy Jones. Ognuna rappresenta una scelta che una donna può compiere nella società, e le conseguenze che essa comporta.

I personaggi maschili sono altrettanto interessanti, e la ragione per cui lo sono è che Jenkins è riuscita a mostrare la dualità tra il carattere positivo degli uomini e la loro misoginia interiorizzata. Ognuno di loro è una personalità complessa e sfaccettata che porta con sé lati positivi e negativi in cui ognuno di noi si può riconoscere.

“It’s like some of us are chasing after our nightmares the way other people chase dreams”

Mi piacerebbe poter dire di aver trovato degli aspetti negativi, ma erano talmente pochi e talmenti minuscoli che farsi rovinare l’esperienza di questo romanzo solo da quelli sarebbe stato uno spreco. L’unica cosa che vi posso consigliare è di evitare l’omonima serie tv, uscita da poco su Amazon Prime, a meno che non desideriate vedere come trasformare una storia di profonda umanità in una banale storia d’amore e tradimenti. C’è solo un aspetto che si salva, ossia la musica, registrata dagli attori stessi – tra cui spicca Riley Keough, nipote di Elvis Presley – che potrebbe davvero essere un successo degli anni ‘70. Sfortunatamente non segue i testi scritti dalla Jenkins Reid, ma comunque rende davvero l’idea di quello che una band del genere avrebbe potuto registrare.

Dunque posso chiudere dicendo che, se siete in cerca di un romanzo contemporaneo con un grande stile narrativo e una visione femminista applicata ad una storia coinvolgente e intensa, questo è il libro che fa per voi.

Letizia

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