Recensioni
1. Daisy Jones & The Six, Taylor Jenkins Reid
2. Touch di Baltasar Kormákur
3. Carrie Soto is back, di Taylor Jenkins Reid
4. Arcane II
5. Frankenstein, di Mary Shelley
6. Cercasi amore per la fine del mondo

“One by one the various keys were touched which formed the mechanism of my being”

Penso che tutti conosciamo ormai bene la storia di Frankenstein, il dottore che, con pezzi di cadavere, ha costruito un mostro a cui ha poi dato la vita, nel folle tentativo di creare la vita umana. Più o meno storpiata dai media, questa storia è giunta a tutti in una forma o nell’altra, e molte persone ormai la sanno così bene che si rifiutano persino di leggerla.
Un po’ meno nota, forse, è la storia della giovane scrittrice di questo libro, a mio parere un’icona innegabile della letteratura. Mary Shelley, figlia di una scrittrice protofemminista e di un famoso scrittore e studioso, scappa in giovane età insieme a Percy Shelley, celebre poeta. Durante una serata in compagnia di quest’ultimo, di Lord Byron e di alcuni ospiti, viene avviata una scommessa, un gioco tra gli scrittori: ognuno si sarebbe dovuto impegnare nello scrivere una storia di paura. Frankenstein fu l’unica che venne completata.

“There is something at work in my soul, which I do not understand”

Un primo aspetto che, a mio parere, i media successivi non sono riusciti a rendere, è proprio il personaggio di Victor Frankenstein. Storpiato poi in quello che è oggi lo “scienziato pazzo”, Victor è in realtà uno studente, particolarmente dotato nonostante la lentezza negli studi, con il desiderio di creare un essere umano migliore e infondergli la vita. Questo personaggio è stato per me una rivelazione durante la lettura, proprio perché appare molto più umano della sua versione pop. Victor è ambizioso e arrogante, ma allo stesso tempo molto sensibile e viene fortemente scosso dalla maggior parte degli eventi che sa di aver causato con la sua ambizione.
Personalmente, penso che sia il personaggio che ho odiato di più, ma nonostante ciò ho sentito una forte connessione con lui.

“When I looked around I saw and heard of none like me. Was I, then, a monster, a blot upon the earth, from which all men fled and whom all men disowned?”

Il personaggio con cui invece tutti si possono facilmente identificare è, paradossalmente, il Mostro. Senza nemmeno un nome, lui è un’anima in pena in un corpo mostruoso, che non trova pace né un luogo in cui fermarsi, e che desidera solamente l’amore di qualcuno.
Penso che il Mostro possa fungere da paradigma per molte condizioni umane, motivo per cui è così semplice guardare il mondo dalla sua prospettiva. Il suo disgusto per il suo aspetto e allo stesso tempo la sua fame di amore, accettazione e conoscenza si possono piegare alle più svariate interpretazioni. Per esempio, proprio perché scritto da una donna, questo sentimento frutto del rifiuto da parte della società può facilmente rappresentare quello che provava una donna all’epoca, qualcuna che, come lei, si è dovuta spacciare per un uomo per rendere
credibile il fatto che aveva scritto un libro così formidabile.

“I have love in me the likes of which you can scarcely imagine and rage the likes of which you would not believe. If I cannot satisfy the one, I will indulge the other.”

Particolarmente rilevante, e centrale nel romanzo, è la rabbia del Mostro verso il genere umano, dopo esser stato rifiutato dal suo creatore e poi dalla famiglia che lui aveva tanto diligentemente amato e seguito. Il Mostro esce dalla spirale di dolore e di tristezza attraverso rabbia e vendetta, che attua proprio con il suo creatore, dopo che egli, pur avendogli promesso di creargli una compagna, la sua unica possibilità di amore, la distrugge prima di completare l’opera.

“There was a frenzy in my manner, and something, I doubt not, of that haughty fierceness which the martyrs of old are said to have possessed”

Fame di vendetta a parte, il Mostro rappresenta anche, in un certo senso, la forza della Natura. Fisicamente superiore agli uomini, più veloce, resistente alle temperature e alle intemperie, e inoltre intelligente e istruito, quando il Mostro sfida Victor, per il dottore non ci sono speranze di vittoria. Nonostante anche Victor sia animato da una forte rabbia, un senso di giustizia e un desiderio di vendetta, è fisicamente inferiore e, quando incontra Robert Walton, l’esploratore a cui racconta la sua storia, è ormai allo stremo delle forze.

“Beware, for I am fearless, and therefore powerful”

In conclusione, io credo che questo sia un libro che non può mancare nella biblioteca di nessuno. Leggere la storia originale permette di avere una visione sia più critica che più acculturata sulle trasposizioni successive, senza smettere di trovarle divertenti o rappresentative a loro volta.
Inoltre, questo libro è stato una valvola di sfogo incredibile, nonché una visione su alcune parti di me che non riuscivo a decifrare. Ho creduto in ogni pagina, ho sentito ogni parola, e lo consiglio caldamente a tutti.

Letizia

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