“One by one the various keys were touched which formed the mechanism of my being”…

4.
Arcane II
7.
Viva Las Vengeance – Panic! At The Disco
Viva Las Vengeance è l’ultimo album della già famosa band Panic! At The Disco, conosciuta per canzoni come House of Memories e High Hopes, prima del recente scioglimento.
Questo album rappresenta l’atto di chiusura della carriera diciottenne del frontman e unico membro rimasto della band, Brendon Urie, e un possibile preludio ad una futura carriera da solista.
Siccome la band era già famosa per i continui cambiamenti di genere da album ad album, non è stata una sorpresa vedere che questo nuovo disco ha preso una direzione completamente diversa dai sound jazz e pop del precedente.
Un range di canzoni dal tono vintage, talvolta malinconico e talvolta particolarmente allegro forma Viva Las Vengeance, che prende il suo iconico titolo dal celebre film “Viva Las Vegas”, città del cantante che ha sempre mostrato un grande affetto verso di essa.
Molti dei brani ci parlano di memoria e di crescita, mentre gli altri esprimono i sentimenti del cantante riguardo alla solitudine e all’abbandono. Quello che Urie, insieme ai musicisti Mike Viola e Jake Sinclair, fa in questo album è una meticolosa ricostruzione del passato della band – costruendo di fatto la vera House of Memories dei Panic! At The Disco – , offrendo una visione aperta e sincera dei suoi sentimenti verso i cambiamenti avvenuti negli anni.
Per un ascoltatore appassionato o un fan di lunga data, questo sottotesto appare chiaro in quasi tutte le canzoni, ma allo stesso tempo gli intensi e vividi testi e le melodie vivaci possono attirare qualsiasi ascoltatore.
Il processo creativo alle spalle di questo album è avvenuto principalmente in casa del frontman durante il lockdown, il che gli ha permesso di sperimentare con un metodo di registrazione diverso da quello in studio, ossia su cassetta, il che fornisce un sound più realistico e un ascolto diretto del suo eccezionale range vocale.
La canzone titolo, Viva Las Vengeance, incorpora un suono teso e reale e uno stile vintage, mentre Star Spangled Banger e God Killed Rock ‘n’ Roll vertono verso melodie che ricordano band come i Queen e i Dead Kennedys, entrambe grandi influenze su Urie. In queste canzoni, Urie distrugge attentamente il mito del rock ‘n’ roll per come lo conosciamo.
D’altra parta, canzoni come Say It Louder – la sua ultima lettera ai fan – e Sugar Soaker trasmettono un’atmosfera più energetica con le loro melodie allegre e i loro testi diretti, e Local God disegna un’immagine accurata degli inizi della band e della rapida salita alla fama del cantante.
Il capolavoro sottovalutato dell’album è Don’t Let The Light Go Out, una canzone con un sound più moderno e diversi possibili livelli di interpretazione, che vanno dalla perdita di una persona cara all’abbandono della musica. L’interpretazione più accreditata dai fan – e quella che condivido maggiormente – vede la persona morente a cui Urie si riferisce come la musica stessa.
Come è sempre stato nella storia dei Panic! At The Disco, l’atmosfera dell’album non è solo riflessa nella musica ma anche nei drammatici e stravaganti video musicali e nel fashion adottato da Urie sul palco, in particolare l’iconica giacca variopinta che ricorda quella di un clown, come per deridere i miti che riguardano il rock ‘n’ roll, da lui reputati un’elegante e frizzante facciata per qualcosa di ben più oscuro e sofferente.
Il video musicale della canzone titolo è il più efficace nel rappresentare il concetto dell’album. Vediamo Urie che suona il piano come in una performance TV, con potenti sfumature di arancione, rosso, bianco e verde che conferiscono un aspetto retrò ed energetico al video. Ma presto il piano stesso comincia a ferire il cantante, fino a divorarlo del tutto, un simbolo di come la musica che lui – come tutti noi – ama abbia il potere di distruggerlo.
Credo che si possa dire che questo album non vi farà innamorare al primo ascolto, specialmente se non siete appassionati di classic rock, né che sia una degna introduzione alla band come potrebbero esserlo A Fever You Can’t Sweat Out o Death Of A Bachelor; ma se avrete la pazienza di dargli la possibilità, potrebbe diventare uno dei vostri preferiti.
Letizia
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