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8 marzo, diario di una matricola
Per questo giovedì, dopo la fine di un febbraio che è volato via e l’inizio di un marzo che potrebbe non finire mai, ho deciso di alleggerire le vostre menti condividendo con voi una poesia.
“Si ubriaca di beatitudine
aggrappandosi a quel piacere
come il neonato affamato
al seno madre.
Si inietta frivolezze
e le mescola al sangue
come il diabetico l’insulina
per tenersi in vita.
Fa sì che sia il godimento
a guidare la sua vita
come il cane fa strada
al suo padrone cieco.
La sua dose giornaliera
basta a farlo sopravvivere
come a un tossicodipendente.
Tuttavia è a fine giornata
che inizia l’astinenza
e ogni sera si sente
sempre un po’ più solo.
Promette a se stesso
che quella sarà l’ultima volta,
ma ogni mattina si arma
alla ricerca della sua dose di piacere.”
Con un ringraziamento alla mia amica Milena Di Chiara per questo pezzo, vi lascio con la voglia di trovare del tempo di pura procrastinazione dei nostri impegni per immergere la testa in piaceri e frivolezze, ed il consiglio, però, di non lasciarcela annegare.
tori
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