Discoteca, luci basse, musica a palla. Gente che si muove confusamente in ogni direzione, illuminata a sprazzi dalle luci stroboscopiche, risate. Un drink in mano, mi guardo intorno per cercare le mie amiche, ma dove saranno sparite? Erano qui un attimo fa… e poi bam, lo vedo.
E’ questione di un attimo: dall’altra parte della pista incrocio lo sguardo di un ragazzo, una frazione di secondo che mi trasporta su un pianeta diverso dove non esistono le altre decine di corpi che si muovono a ritmo nel locale. Una sensazione che mi fa immediatamente capire che io, quel ragazzo, devo per forza conoscerlo. Costi quel che costi.

E’ successo davvero? Sì, ho avuto un colpo di fulmine.
Esiste una spiegazione razionale? No, assolutamente.

Perché il mio sguardo esplorando la stanza ha trapassato decine di altri occhi per incastrarsi nei suoi, quasi fossi inciampata? Okay, è carino, ma in fondo neanche troppo rispetto a tanti altri lì dentro. Neanche a dire che si muova particolarmente bene, balla con la scoordinatezza tipica degli uomini da un metro e ottanta in su e le braccia troppo lunghe. Mi ha forse colpito il sorriso o la sua risata? Macché, ha un broncio quasi evidente in viso di chi non sembra divertirsi affatto.

E allora?

 

Platone ci spiega che quando le anime scesero dal cielo sulla terra furono divise dagli dei con un colpo di fulmine e dunque noi siamo sempre alla ricerca della nostra anima gemella; ma andare a mischiare la filosofia greca con una discoteca del ventunesimo secolo potrebbe sembrare leggermente fuori luogo. Eppure la scienza lo conferma: il colpo di fulmine esiste davvero.
Secondo Stephanie Ortigue, docente della Syracuse University (USA), sensazioni di amore possono verificarsi già 0,2 secondi dopo il primo contatto visivo con qualcuno; questo sentimento di amore si sviluppa in dodici aree del cervello, che lavorano insieme per rilasciare sostanze chimiche che inducono euforia. Tuttavia, da ulteriori studi è emerso quanto sia importante la distinzione fra ciò che guardiamo: se ci soffermiamo maggiormente sul viso dello sconosciuto ed in particolare sui suoi occhi, è più probabile che lo stiamo valutando come possibile partner in amore, mentre se ciò che attira il nostro sguardo è quasi esclusivamente il fisico può trattarsi di semplice attrazione sessuale (e fin qui direi che non c’era bisogno di scienziati di sorta per arrivarci…)

Alcuni studiosi hanno addirittura avanzato l’ipotesi che il colpo di fulmine sia uno dei tanti comportamenti “ecologici” del nostro cervello, ovvero volti a risparmiare energia preziosa, in questo caso in funzione della continuazione della specie: secondo tali teorie, saremmo attratti a prima vista da un partner che mostra fisicamente le migliori possibilità di portare avanti i nostri geni, in vista di un eventuale accoppiamento.
Detto così, sembra tutto molto bello e naturale, quasi ovvio; peccato però che in noi esseri umani, al contrario di altre specie animali, il cervello giochi un ruolo fondamentale nella scelta del compagno di vita.

Dal punto di vista scientifico, secondo Stephanie Cacioppo: «L’amore non è solo un istinto primordiale e un’emozione, ma un complesso stato mentale emotivo che coinvolge quattro dimensioni: chimica, conoscenza, preferenza e intenzione di stare con quella persona».
E’ per questo che solo una minuscola percentuale di coppie durature (11%) può affermare che la relazione sia nata da un amore a prima vista.
Possiamo perciò concludere che sì, il colpo di fulmine esiste davvero… solo che, sfortunatamente, a volte non resiste fino all’arrivo del tuono!

 


                                                                                                                                  Giada Silenzii

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