Chi mi conosce sa bene che non è per niente raro che da un giorno…

Dopo il successo di “Billy Blu” al Festival di Sanremo 2020, Marco Sentieri torna a parlare di bullismo, quello che il nostro Paese sta vivendo a causa del Covid. Il nuovo progetto #NonLasciamociBullizzareDalCoronavirus in radio dall’11 marzo, è un inno che lancia un messaggio di speranza all’Italia, ricordando quanto la nostra Nazione abbia una tradizione gloriosa, citando eccellenze italiane che hanno scritto la storia del mondo da Manzoni a Michelangelo, Mennea, Mina, Merini, Montessori, Montalcini.
Chi è Marco Sentieri?
Marco Sentieri è un ragazzo che, come dice lui, “viene dal marciapiede e si è sempre fatto da solo”. Durante lo scorso anno, aiutato da un pizzico di fortuna ha partecipato al 70° Festival Sanremo con il brano intitolato “Billy Blu”. Questo brano tratta della tematica del bullismo che ad oggi rimane uno tra i temi sociali più complessi da affrontare.
Come mai ha deciso di trattare questa tematica così forte?
Marco Sentieri ha un interesse particolare per questo argomento perché purtroppo ha vissuto in prima persona un’esperienza di bullismo, sia durante il periodo delle scuole elementari che delle scuole medie.
Con la sua crescita, Marco cerca di accantonare questa sua parte di vissuto ma essendo diventato padre capisce che in qualche modo l’esperienza riemerge e che non è più possibile tenerla da parte, come ha fatto fino a quel momento. Ad un certo punto della sua vita, conosce il cantautore romano Giampiero Artegiani, di cui ascolta un provino parlato – l’autore legge il testo di quella che avrebbe dovuto essere una canzone. Marco realizza che il contenuto aveva delle incredibili analogie con la sua brutta esperienza infantile. E’ importante sottolineare che nelle sue canzoni Marco ha sempre trattato temi sociali come la terra dei fuochi, la camorra, la politica corrotta: la tematica sociale è sempre al centro dei suoi brani. Dall’inizio della pandemia, dal suo punto di vista, tutti noi siamo vittima di bullismo, un nemico astratto che ci costringe a casa, a stare lontano dai nostri cari.
Il suo messaggio doveva inizialmente essere dedicato ai lavoratori dello spettacolo, ma viene aperto a tutti poiché tutti abbiamo perso qualcosa.

Cosa vuole trasmettere con questo #NonLasciamociBullizzareDalCoronavirus?
Nel primo periodo di lockdown tutti gli artisti si sono mobilitati per lanciare messaggi di rassicurazione sui social e invitare la popolazione a rimanere a casa. Marco lanciava già allora il singolo #NonLasciamociBullizzareDalCoronavirus.
Questa canzone, scritta insieme ad Igor Nogarotto è nata già da qualche mese prima della sua effettiva pubblicazione; tuttavia, i due artisti hanno pensato che sia ora il momento giusto per pubblicarla e per far arrivare un messaggio forte, anche a discapito di altri pezzi già pronti e magari più adatti al mercato musicale, ma con un messaggio meno forte.
Il messaggio che trasmette questa canzone è innanzitutto un grido di speranza, come si legge tra le righe del brano: rispettiamo il virus ma viviamo il vivibile, non chiudiamoci nella paura, impariamo a vivere rispettandolo, non rimaniamo immobili, non cadiamo nella paura di non voler fare più nulla. Questo è un pezzo nato dalla voglia di lasciare il segno. Le immagini del videoclip sono state girate all’interno di un teatro, di una palestra, di un ristorante e ha coinvolto i musicisti legati a Marco che non lavoravano da tantissimo tempo; ha, inoltre, coinvolto fotografi, anch’essi fermi. Mette in luce i luoghi e le persone che sono colpite dal virus.
Come riassumere in una frase il brano e il messaggio ad esso legato?
Rispettiamo il virus, ma non lasciamoci bullizzare.
Eugenio Maglia
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