Il 27 settembre si è tenuto il terzo sciopero globale contro i cambiamenti climatici che…

9 febbraio 2017
Nella giornata di ieri, alcune squadre della Polizia in tenuta antisommossa sono entrate nella Biblioteca Discipline Umanistiche dell’Università di Bologna in via Zamboni 36, per sgomberarla da alcuni membri dei Collettivi Studenteschi che avevano occupato gli spazi in questione.
Zamboni 36 è da anni al centro di divergenze tra l’UniBo e i collettivi studenteschi, in particolare il Collettivo Universitario Autonomo (CUA) e Làbas [il nome di Làbas non si legge più nelle news online, ora è citato il collettivo Lubo, n.d.r. 16.02.17]. Nell’ultimo mese le divergenze si sono inasprite, sfociando negli scontri delle ultime ore. Zamboni 36 da tempo è sede di attività autogestite, tra cui eventi notturni e, a quanto pare, si sono verificati episodi di uso (la stampa riferisce di spaccio) di stupefacenti nei bagni. Alla luce di queste notizie, l’Università ha deciso di prendere dei provvedimenti installando dei tornelli all’ingresso della biblioteca, consentendo quindi l’ingresso solo agli utenti provvisti di badge universitario. «È così nel resto del mondo – sono queste le parole del prorettore vicario Mirko Degli Esposti, riportate da Repubblica – la nostra unica preoccupazione è di aumentare il servizio sino alle 24 tutelando la sicurezza del personale e degli studenti, ci devono essere condizioni minime per tenere aperto».
L’8 febbraio i tornelli sono stati letteralmente svitati dal CUA assieme ad una delle porte vetrate posta in prossimità del rettorato. Il giorno successivo l’ingresso della biblioteca si mostrava sbarrato, completamente chiuso al pubblico. Nonostante il blocco, alcuni membri dei collettivi hanno forzato l’ingresso, occupando gli spazi all’interno. A seguito di questo gesto, sono entrati in azione i poliziotti che hanno “costretto” gli occupanti a uscire dalla struttura, nonostante alcune resistenze da parte dei ragazzi, risolte con tafferugli e piccoli scontri. Non abbiamo evidenze, se non ciò che è rimasto dopo nell’aula, con mobili, sedie e tavoli rovesciati, oltre ad alcuni libri a terra. Dopo lo sgombero, il CUA ha dato appuntamento ai propri attivisti e a tutti gli interessati per un’assemblea di fronte all’ingresso di Zamboni 36. Quest’assemblea, purtroppo, si è trasformata in una “guerriglia“, come titolano i giornali e i telegiornali. Gli scontri si sono svolti in piazza Verdi, ritrovo per eccellenza di tutti gli universitari che vivono Bologna.
A quanto ci risulta, ancora non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte dell’Università, ma alcuni politici non hanno risparmiato il loro pensiero. Matteo Salvini ha definito i membri del CUA “zecche rosse dei centri a-sociali” e ha detto che spera “che qualche figlio di papà abbia avuto la lezione che merita”. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana, invece, ha definito le cariche della polizia dentro la biblioteca “un fatto grave e inaccettabile, persino inimmaginabile” e ha chiesto spiegazione ai ministeri di Università e Interno.
La violenza non è mai la strada principale da seguire per rivendicare i propri diritti o esprimere un’idea. La polizia che sgombera un’aula di una biblioteca universitaria è un’immagine davvero incresciosa. Quando c’è violenza, si cerca solo chi ha ragione e chi ha torto, non si cercano soluzioni e mediazioni che possano riportare un clima di serenità.
Nella serata di ieri, il CUA ha chiesto le dimissioni del rettore Francesco Ubertini e del questore di Bologna Coccia con un post sulla propria pagina FB, convocando anche una conferenza stampa in Piazza Verdi alle ore 12 e un corteo alle ore 16.00.
11 febbraio 2017
Il sindaco Virgilio Merola ha espresso le sue idee tramite il suo sito personale. Ecco un estratto:
“Siamo di fronte a una protesta, violenta. […] Non mi sembra che le azioni di protesta prodotte dal collettivo Cua siano state apprezzate dagli studenti. Appare piuttosto evidente il contrario, da parte degli studenti come da parte dei lavoratori dell’Università“.
In questo video, invece, le parole del prorettore vicario Mirko Degli Esposti, che riportiamo anche qui:
“Abbiamo provato tutti tutti i modi, sono due settimane che vado a incontrare le persone che lì lavorano, […] le abbiamo provate tutte. Certamente brutto, certamente vogliamo che non si ripeta più, certamente penso che abbiamo fatto quello che era necessario fare per tutelare, dispiace ancora tantissimo per gli studenti inconsapevoli, non gli altri, ma quelli inconsapevoli che si sono trovati lì, e quelli consapevoli io penso che abbiano esagerato, perché una serie di eventi sempre più gravi senza forse rendersi conto della gravità. […] È una scelta che rifaremo quando abbiamo un edificio aperto che non è in sicurezza con degli studenti dentro. ma non lo rifaremo, […] faremo di tutto perché non si verifichino più queste condizioni. Però è chiaro che ci vuole cooperazione, basta vedere anche come rispondono gli studenti, il nostro personale. È chiaro che è stato brutto, è chiaro anche che non possiamo permettere che dei nostri edifici, delle nostre aule siano gestiti in maniera incontrollata da gruppi di persone. Ripeto, qui non è un problema di autogestione, non è il problema di uno spazio collettivo per il dibattito politico, non è il problema di un’agorà per discutere, qui si tratta di una biblioteca, la biblioteca di Discipline umanistiche“.
13 febbraio 2017
Oggi alle 9.00 c’è una mobilitazione del CUA per “riprendersi la biblioteca”. Giovedì 16 annunciata un’altra manifestazione, che cerca di coinvolgere anche altre città italiane. Iniziativa per sistemare la biblioteca anche da parte di studentesse e studenti non appartenenti al collettivo, partita su internet, ma fermata dall’università per motivi di sicurezza.
15 febbraio 2017
Ieri, 14 febbraio, si è tenuta un’assemblea di studenti, organizzata dal CUA e altre organizzazioni, presso le aule di Zamboni 38. I giornalisti, prima invitati, sono poi stati esclusi. Ecco alcune immagini: QUI. Confermata la manifestazione di giovedì 16 alle 16.00 che partirà da Piazza Verdi e annunciata anche una nuova assemblea venerdì 17 alle ore 19.00 sempre in Zamboni 38.
16 febbraio 2017
I membri del CUA hanno allestito un’aula studio in Rettorato con panche e sedie portate da loro, affermando che studieranno lì finché non verrà riaperta la biblioteca del 36.
18 febbraio 2017
Salvini afferma che andrà in piazza Verdi a sorpresa “così almeno le zecche (i collettivi, n.d.r.) sono impegnate a fare altro” e aggiunge che per le zecche serve l’insetticida. Queste dichiarazioni sono state riprese anche nel consiglio comunale di Bologna. Riccardo Malagoli, assessore alla sicurezza, ha risposto che non serve l’insetticida per risolvere il problema della zona universitaria. Lucia Borgonzoni, esponente della Lega Nord nel consiglio comunale di Bologna, accusa il comune di aver sempre avuto un atteggiamento lassista verso i collettivi. Dalla pagina Facebook Quelli del 36, i collettivi annunciano una manifestazione davanti la biblioteca per lunedì (20 febbraio) alle ore 12, poi attenderanno le decisioni del Senato Accademico che si terrà martedì e mercoledì, in un’assemblea, decideranno come procedere.
21 febbraio 2017
Ieri c’è stata la manifestazione del CUA. I manifestanti avevano libri e chiedono la riapertura della biblioteca di Zamboni 36 senza tornelli e senza barriere. In queste ore è in corso il Senato Accademico, dove il rettore riferirà sui fatti delle scorse settimane. Già ieri, durante il Consiglio degli Studenti, Ubertini ha fatto dichiarazioni ufficiali.
22 febbraio 2017
Il rettore Francesco Ubertini ha rilasciato una breve intervista ripresa anche da Repubblica. La biblioteca risulta ancora chiusa al pubblico e non si sa se riaprirà a breve, se saranno rimessi i tornelli oppure no.
Danilo Buonora – caporedattore
Foto tratta da QUI
Fonte principale: Repubblica Bologna.
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