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Durante la terza puntata di “Parossismo”, ho intervistato Mattia Quercioli, CEO di Mayp Digital. Cos’è e com’è nato il progetto di Mattia, qualche riflessione d’attualità e qualche spoiler sono riportati di seguito.
- Ciao Mattia è un piacere vederti qui negli studi di Uniradio! Parlaci un po’ di te, della tua storia e di come hai deciso di tuffarti nel mondo del lavoro.
‘‘Tutto ebbe inizio quando a 14 anni misi su il mio studio di registrazione Mayp Studios. Dopo aver curato ogni minimo dettaglio dello studio, io e i miei quattro soci avevamo tutto il necessario. All’inizio andava tutto molto bene, lavoravamo in tutta la regione, ma non c’erano abbastanza introiti per poter continuare questo progetto. Così abbiamo deciso di lanciare una startup mantenendo il nostro vecchio brand già affermato in zona, visto che in molti avevano dei gadget firmati Mayp.”
- Perché hai deciso di intraprendere questo percorso? Sei stato ispirato da qualcuno?
”No, non ho dei veri e propri modelli, vengo da una famiglia di operai. Io avevo solo bisogno di pensare che la mia vita non dovesse dipendere da un lavoro come un altro. Avevo bisogno di qualcosa di mio. Inoltre, nonostante io sia una persona molto schematica, resto comunque un artista che ha bisogno di essere dinamico e indipendente.”
- Che studi hai fatto prima di iniziare a lavorare?
”Ho fatto primo e secondo anno all’Aeronautica e poi sono andato all’ITI. Lì sono stato rimandato due volte e ho cercato una soluzione chiedendo a me stesso se volessi continuare a studiare oppure intraprendere un viaggio diverso. Così mi sono dedicato alle mie passioni, uscendo dai ranghi e credendo nella mia idea per poi proseguire i miei studi autonomamente.”
- Parliamo invece di quello che fai oggi. Com’è strutturata la tua azienda e di cosa vi occupate?
”È un’azienda nata da appena un anno, formata da impiegati giovani con un’età media di 25 anni. Mayp Digital è il brand principale e intorno ad esso ruotano altri progetti, come ad esempio Moover Digital. I progetti attorno a Mayp sono delle unità che vivono indipendentemente dalla loro radice, ma fanno comunque parte di essa, permettendo la collaborazione e il conseguimento di obiettivi comuni a tutti. Nonostante la nostra occupazione principale sia quella di sviluppare software, facciamo anche dei lavori per terzi, purché siano stimolanti. In sostanza, Mayp si impegna a creare dei servizi digitali che migliorino la comunicazione del privato o dell’azienda abbattendo alcuni costi che avrebbero normalmente per aumentare la loro visibilità.”
- Cosa consiglieresti di fare ad un ragazzo che come te dovesse decidere di aprire una startup e iniziare a lavorare?
”Innanzitutto, deve sapere che il suo progetto diventerà sua moglie visto che dovrà metterci anima e cuore. Portare avanti la propria idea in un modo simile a quello che ho scelto, non è semplice in quanto bisogna essere capaci di metter da parte l’orologio ed essere sempre pronti ad ogni evenienza. Insomma, oltre ad essere delle persone dinamiche ed eclettiche, i ragazzi devono considerare onori e oneri relativi allo sviluppo del proprio progetto. ”
- Secondo te, un ragazzo di oggi è invogliato dall’ambiente circostante ad uscire fuori dagli schemi?
”Pensando alla situazione sociale attuale non percepisco molto spirito d’iniziativa. Spesso si crede che qualcuno preferisca fare un lavoro che richiede poca energia, anche se a mio avviso non corrisponde alla realtà dei fatti. Neanche il lavoro dell’influencer è così facile come si crede. Comunque, secondo me, il vero problema della nostra generazione, senza screditare nessuno, è la mancanza di ambizione. Tutti si accontentano e questo lo si nota banalmente pensando agli strumenti che hanno a disposizione e dell’uso che ne fanno: lo smartphone è sicuramente uno di questi.”
- Hai qualche annuncio riguardante la tua azienda? Qualche nuovo progetto o qualche novità dell’ultimo momento?
”Sì, abbiamo un nuovo progetto da presentarvi. Stiamo lavorando ad un nuovo reparto chiamato Mayp Capital il quale si occuperà, tramite degli algoritmi, di investire sul mercato Forex, cioè la borsa legata alle valute e le loro differenze di valore. Questo prodotto, da un investimento iniziale molto basso, permette di ricavare circa il 10% di profitto giornaliero. I test che abbiamo eseguito, infatti, dimostrano che a partire da un investimento di circa €300, il profitto generato dopo 18 giorni è stato di circa €800. Qualsiasi fondo di investimento garantisce normalmente il 5% di profitto annuo, ovvero la percentuale generata in un anno da una banca.”
- Chi c’è dietro tutto questo lavoro? So che ti piacerebbe assumere anche degli studenti.
”Come dicevo prima, l’azienda è molto giovane come anche chi ci lavora. Non vogliamo che gli studenti che assumiamo smettano con gli studi, anzi, l’ambiente di cui faranno parte dovrà essere di giovamento e stimolo per loro perché, oltre allo studiare, potranno creare qualcosa di proprio negli orari che più preferiscono. Infatti, a questo proposito, i ragazzi potrebbero tranquillamente lavorare da casa, visto che noi assegniamo un compito da svolgere e da consegnare entro una certa scadenza, non c’è bisogno di uffici o che qualcuno timbri un cartellino. Per noi è importante avere un buon risultato e, finché sarà soddisfacente, non abbiamo nessun altro motivo per cui cambiare linea.”
Matteo Sedile
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