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Il prof. Francesco Ubertini, ingegnere civile, è il nuovo Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Nella scorsa primavera, alle elezioni rettorali dell’UniBO, si sono candidati Fiorentini (ex prorettore alla didattica), Braga (ex prorettore alla ricerca), Sobrero e Ubertini. Il grande favorito della vigilia era Fiorentini, un docente di economia con molta rilevanza nel gruppo dei prorettori della giunta precedente, molto conosciuto negli ambienti universitari bolognesi e con delle idee controverse sulla didattica e sull’accesso ai corsi universitari. Un po’ a sorpresa, Ubertini e Fiorentini sono arrivati al ballottaggio e il primo ha vinto per svariati motivi, tra cui: il supporto dei due esclusi dai ballottaggi, i voti dei campus della Romagna e i voti dei rappresentanti degli studenti. Gli ultimi due motivi sono indicativi di come la campagna elettorale di Francesco Ubertini sia stata improntata su tematiche fondamentali per il nostro Ateneo. In altre parole c’è molta attenzione al benessere degli studenti e alla struttura multicampus, unica in Italia e molto complessa da gestire, considerando che è distribuita in quattro province diverse, con un numero di strutture e di spazi veramente enorme e che le leggi nazionali non premiano di certo un’organizzazione su varie sedi teoricamente di pari importanza e ognuna con una propria autonomia. Dall’elezione del Rettore fino a fine ottobre si sono susseguiti vari passaggi burocratici, quali le sostituzioni di presidenti di scuola, direttori di dipartimenti e coordinatori di corsi di laurea. L’1 novembre si è incardinato il nuovo Rettore ed è stata nominata la nuova giunta dei prorettori. E qui non sono mancate le sorprese. Innanzitutto, Ubertini non ha assegnato le deleghe per i Campus della Romagna e per il bilancio, due settori estremamente importanti e difficili da gestire. Mantenere la gestione del bilancio sicuramente indica la precisa volontà di andare a intaccare dei sistemi consolidati, di verificare l’effettivo funzionamento finanziario della nostra università, in altre parole ciò che conta e ciò che interessa a tutti, dai docenti, agli studenti, ai tecnici. Controllare il bilancio vuol dire avere la visione effettiva e reale di com’è pensata la nostra università e avere il potere di modificare questa visione, quest’organizzazione. Anche la non assegnazione della delega alla Romagna è sintomo dell’intenzione specifica da parte del Rettore di verificare, osservare, controllare un ambito di cui è facile perdere il controllo, lontano geograficamente e, comunque, con una certa indipendenza, dove spesso c’è poca comunicazione e, talvolta, ci sono delle buonissime pratiche che a Bologna ignorano total- mente. Bilancio e Romagna sono, effettivamente, gli ambiti che più di tutti possono influenzare l’andamento dell’università di Bologna nei prossimi anni. Non dimentichiamoci che a Cesena è in costruzione la nuova sede universitaria nella zona dell’Ex-Zuccherificio e Ubertini, il 18 Novembre sul palco di Almafest 2015, ha indicato come obiettivo primario completare i lavori quanto prima e dare agli studenti cesenati una sede
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unica, moderna, fruibile e accessibile. Per quanto le parole “quella gru deve muoversi al più presto” fossero obbligate davanti a una platea di studenti cesenati e di autorità locali, l’unica cosa che si può fare è fidarsi di questo Rettore e della sua squadra, equilibrata tra i generi e con un’età media bassa (Ubertini è il Rettore più giovane d’Italia). Inoltre, nella squadra dei prorettori ci sono delle personalità che conoscono molto bene Cesena: il prof. Sangiorgi, prorettore alla didattica ed ex preside della II Facoltà di Ingegneria di Cesena; la prof.ssa Paola Salomoni, prima prorettrice per le tecnologie digitali e docente nel corso di laurea di ingegneria e scienze informatiche; il prof. Rabih Chattat con la delega al tema della disabilità. Questo dimostra come la nuova governance dell’Università di Bologna sia formata da persone che possono portare molto a Cesena e a tutti i campus, essendo direttamente coinvolti nella gestione della sede cesenate. Le premesse sono ottime, si avverte un’aria di positività e di volontà di dialogo da parte dei prorettori soprattutto con gli studenti. Non possiamo che augurarci che i prossimi sette anni siano una vera svolta verso un’Università contemporanea, adatta ai tempi e alle esigenze di studenti. Danilo Buonora Estratto da: Unimagazine, dicembre 2015, n. 0
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