L'Etica richiede lettori non pigri, discretamente dotati e soprattutto che abbiano molto tempo a loro…

Sabato 9 Aprile, Cesena ha avuto l’onore di ospitare il TedX, la famosa conferenza mondiale che raccoglie le idee più brillanti ed innovative da ogni parte del mondo.
Grazie alla organizzazione di Maurizio Berti, sono saliti sul palco del teatro Verdi di Cesena 8 speaker che hanno oltrepassato i “confini” della realtà, trasportandoci in una dimensione futura, ma possibile.
Viviana ha avuto l’opportunità di intervistare per Uniradio Cesena, il dottore e ricercatore in neurofisiologia dell’Università di Bologna: Matteo Cerri; interessato di Neuroetica e consulente dell’Agenzia Spaziale Europea per la missione su Marte, Matteo è impegnato nello sviluppare una procedura che consenta di ibernare gli esseri umani.

Ecco parte delle domande che gli abbiamo posto…
V: <<In virtù della tua esperienza di ricercatore, quali credi che siano le possibilità di per un giovane studente di fare ricerca in Italia, oggi?>>
M: <<In Italia pochissime, quasi zero, purtroppo. Meglio un messaggio sincero che un’illusione di verità. Devo dire, però, che l’Italia prepara molto bene i nostri studenti per andare via; quindi, se il vostro desiderio di fare ricerca prevede o anzi non ostacola un viaggio all’estero, allora l’Italia può essere un buon trampolino di lancio. Tutti i miei ex dottorandi in questo momento sono all’estero: Yale, Portland, Melbourne, Svizzera. Purtroppo noi non possiamo assumerli ma almeno cerchiamo di farli andare dove possono. Tutti fanno delle grandi belle carriere, è proprio un peccato lasciar andare queste persone!>>
V: <<Hai detto, durante il tuo discorso qui al TedX Cesena, che la scienza deve essere libera. Ti chiedo, riguardo questo tuo interesse per l’ibernazione, c’è stata una figura, un docente o un evento in particolare che ti ha avvicinato a questo tema. Cosa ha scaturito questa passione?>>
M: <<Dicevo di essere liberi proprio perché è stata un’idea che è venuta pensando di divertirsi. Quella che in inglese si chiama “curiosity-driven research”. Una persona si fa una domanda per curiosità e dice “chissà cosa succederebbe se provassimo questo”; e poi, se si riesce a provare, se si trova un ambiente in cui queste cose possono succedere, ecco che da questi momenti nascono le grandi scoperte. I grandi cambiamenti non vengono pianificati; se potessimo pianificare le scoperte le avremmo già fatte fondamentalmente>>.

V: <<Noi siamo la web radio degli universitari di Cesena, qual è il tuo consiglio per il futuro di noi giovani studenti?>>
M: <<Io sono innamorato di tutti i miei studenti, e loro mi hanno dato grandi soddisfazioni e sono contento di tutti i corsi che ho fatto. A loro posso consigliare questo: l’Università in Italia offre un grande vantaggio, secondo me, che all’estero non c’è ancora; offre del tempo, delle possibilità, nel senso che i corsi di studio non vincolano più di tanto l’attività dello studente. Per cui il mio consiglio è: va bene divertirsi, da studente l’ho fatto anch’io, ma approfittate di tutto quello che potete fare negli anni in cui siete studenti. Potete imparare tantissime altre cose, potete seguire tantissimi altri corsi, occasioni, eventi, perfezionamenti. Andate nei laboratori se studiate o andate alle conferenze se siete dei letterati. Succhiate quello che potete dall’Università italiana che ha ancora degli ottimi docenti, delle grandi possibilità, ma è a corto di
risorse. Per cui se ci mettete perlomeno la vostra volontà, da qualche parte sicuramente arriverete!>>
Parole preziose, quelle di Matteo Cerri. Parole sincere e piene di buoni consigli, di chi vede il futuro della ricerca negli occhi e nella volontà degli studenti, nonostante il terreno vacillante sotto i piedi. Ma è proprio l’abilità di sapervi camminare, di avere il coraggio di lasciare la strada vecchia per intraprenderne una nuova, che arricchisce il nostro bagaglio. Il bagaglio di chi non si arrende, di chi porta avanti le proprie passioni ed i propri sogni.
Non possiamo che fare del suggerimento del ricercatore dell’Università di Bologna un grande insegnamento: perché l’Università non è fatta solo di enormi libri da studiare, di esami da sostenere e di tempi da rispettare. L’Università è fonte di esperienze, di arricchimento, di crescita personale e professionale: basta solo guardare oltre quel libro, quelle pagine che conducono talvolta a dimenticare l’entusiasmo di conoscere e di apprendere.
Le parole di Matteo aiutano a ricordare chi siamo e chi vogliamo essere, ma soprattutto, ricordano che le opportunità non avvengono per caso, ma si costruiscono.
Viviana Dibello
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