Italia, terra di santi, poeti e cantautori. Il numero di coloro che con chitarra e penna in mano hanno avuto successo nel nostro paese è enorme, ma alcuni di essi hanno sicuramente ricevuto meno attenzione di quanto meriterebbero. Uno degli esempi più lampanti è sicuramente Ivan Graziani, cantautore abruzzese dal talento indiscutibile. ivan-graziani32_3Un modo per conoscere cosa differenzia Graziani dal resto della scena italiana, e forse capire i motivi di questa mancata fama, è sicuramente ascoltare uno dei suoi migliori lavori, ovvero Agnese Dolce Agnese, album uscito nel 1979. Bastano i primi 10 secondi della terza traccia, Veleno all’autogrill, per trovare una di queste differenze: il riff di chitarra che apre il brano probabilmente non sfigurerebbe in un live di una band hard rock alla AC/DC, e non da meno sono le ritmiche di Taglia la testa al gallo e Dr Jeckill e Mr. Hyde, che diventeranno costanti negli spettacoli da vivo dell’artista. Si capisce subito quindi come le ballate, elemento carissimo a ogni cantautore, sono sì presenti ma in netta minoranza rispetto a sonorità più rock n roll e blues. Superato questo primo “impatto” sonoro, ed andando ad analizzare i testi, si nota subito che c’è qualcosa che non va: dove sono finiti l’amore e le donne? La risposta esatta è: direttamente in fondo all’album. Graziani preferisce infatti parlarci di: un tentativo di furto in un autogrill miseramente fallito (“Veleno all’autogrill”), signore sfruttate dagli amanti che troveranno sollievo solo baciando il piede di san Raffaele (“Il Piede Di San Raffaele”), periodi della propria vita non esattamente felici (“Fame”), e di un prete che come come se nulla fosse “ batte le ali, ogni balzo tre volte e sputa per terra, per compiere il rito poi spicca il volo e raggiunge il paese per bussare alle porte, con la forza del rostro” (“Il Prete Di Anghiari”). GrazianiLiveOgnuno di questi testi andrebbe analizzato singolarmente, per cogliere tutte le sfumature e le allegorie che l’artista abruzzese vi ha inserito (e non sono poche), ma c’è una canzone in particolare su cui vale la pena soffermarsi, essendo quella che incarna meglio tutte le caratteristiche del Graziani chitarrista, cantante e creatore di testi: “Fuoco Sulla Collina”. In un’atmosfera onirica il protagonista, un sedicenne, vorrebbe prender parte a dei non precisati combattimenti su una collina poco distante, di cui intravede i bagliori dei fuochi; per poi festeggiare con i suoi compagni. Ma un uomo senza volto (perché girato di spalle) lo trattiene e lo riporta alla realtà delle cose: “Illuso, romantico e fesso (…) i fuochi di cui stai parlando, sono fari puntati sul campo dei trattori che stanno trebbiando”. L’uomo senza volto non può che essere l’Ivan adulto, ormai cinico e amareggiato, che l’Ivan-adolescente non può vedere in viso né riconoscere, e che spegne le sue aspirazioni combattive e i moti di ribellione tipici dell’adolescenza. Il tutto accompagnato da una bellissima base musicale e da assoli di chitarra dai suoni floydiani. In conclusione quindi, l’unione di musiche sempre ben suonate e mai banali, e di testi dal significato tutto di scoprire, fanno di Agnese

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Dolce Agnese un album che chiunque appassionato di musica dovrebbe ascoltare almeno una volta, qualunque siano i suoi generi musicali preferiti. GRAZIANI 6   Leonardo Franceschelli Direttore Artistico di Uniradio Cesena

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