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Diario di una matricola, 8 dicembre
Nel mezzo (tendente all’inizio) del cammin nostro universitario,
mi ritrovai per una selva oscura,
che la diritta via, se non già smarrita, era lì lì per esserlo.
Ahi quanto a dire qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia, magnifica e inebriante,
MA che nel pensier rinova la paura… di un 18.
Tant’è dolce che più non pensai alla morte,
ma per trattar del ben ch’ i’ vi trovai
dirò de l’altre cose ch’ i’ v’ho scorte.
Io so molto ben ridir com’io v’intrai
tant’era senza sonno alle due di notte,
che fuori dalla borsa il computer tirai.
Ma poi ch’io fui su google chrome giunta
là dove iniziava quella valle
che m’aver per anni di gioia il con compunto,
guardai in alto, e la vidi nella barra dei segnalibri,
che accanto a YouTube
mi chiamava con mille gridi.
Allora fu l’indecisione per nulla questa,
ché nel lago del cor quell’icona
da molto con la mia sanità mentale si batteva.
Così l’animo mio, ch’ ancor non ci credeva,
si volse a cliccare la pagina di Netflix,
che già mai persona viva lasciato aveva.
Raga aiuto, sono l’unica a cui Netflix proibisce di prendersi cura della propria vita?
Se siete come me grazie per non farmi sentire sola, altrimenti, vi prego, compatitemi.
Diario di una matricola,
Tori
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