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Per quanto possa sembrare marginale il mondo delle serie TV, a fronte di quello che tutti noi ci godiamo da spettatori – che si parli di una serata sul divano davanti la TV, una pausa studio dietro lo schermo di un computer o il famoso “ultimo episodio e poi smetto” prima di andare a dormire – il processo che porta alla realizzazione effettiva di una serie, a partire dall’idea di uno o più produttori, è lungo e tortuoso. Come fa una serie TV a concretizzarsi nella realtà, a partire da una semplice idea?
Quando un qualsiasi scrittore vuole produrre una nuova storia, la prima cosa che deve fare è associarsi ad uno studio (come ad esempio la Warner Bros), fase che solitamente coincide con l’associarsi a un particolare produttore, il quale lavora con dei determinati studio a cui poi verrà presentato il progetto. Si passa, poi, al riadattamento dell’idea generale, con eventuali modifiche necessarie affinché il prodotto finale abbia l’approvazione sia dello scrittore, sia dello studio, sia del produttore sotto cui verrà creata la serie. In questa fase, solitamente, le modifiche vengono fatte per la differenza di obiettivi tra studio e emittente. Il primo, infatti, punta a creare un prodotto che rispetti i contenuti per cui è prodotto, mentre per le emittenti il punto principale è portare avanti la serie fino ad ottenere un numero tale di episodi da garantire il maggior profitto possibile: è quello che è successo con The Big Bang Theory, il cui script originale non prevedeva il personaggio di Penny, ma altri due personaggi femminili: Katie, un’insicura donna dall’aspetto da dura, e Gilda, collega di Leonard e Sheldon.
Superata la fase di ricerca di un produttore e di uno studio, si arriva alla fase in cui deve essere realizzato lo script del primo episodio, chiamato nel “gergo telefilmico” pilot. Solitamente lo script deve essere presentato alle emittenti nel periodo del Ringraziamento: da quel punto in poi inizia un continuo riadattamento dello script in attesa di una risposta finale dall’emittente a cui viene presentata la serie, che deve mandare indietro una versione finale e revisionata dello script detta revised network draft. Quando l’emittente accetta lo script di una serie, si possono avere diversi tipi di “contratti”:
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Put pilot commitment: l’emittente promette di realizzare il pilot nei limiti del possibile. Se, in fase di produzione, viene fuori che la serie non è realizzabile, potrebbe accadere che l’emittente ceda la serie al mercato così da lasciarla ad altre eventuali emittenti.
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Pilot ordered: l’emittente conferma in modo assoluto la realizzazione del pilot, solitamente dopo la lettura del pilot.
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Direct to series order: l’emittente ordina la produzione di tredici episodi fin da subito, senza aver visto prima il pilot prodotto. Solitamente accade con delle serie con costi di produzione abbastanza alti, per cui si decide di realizzare l’intera serie così da non spendere una determinata cifra per un solo episodio.
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On-air commitment: è più o meno simile al tipo sopra, solo che l’emittente promette anche di trasmettere sicuramente in TV la serie prodotta.
La fase successiva è quella della ricerca del cast per la serie: è una fase un po’ drastica, in quanto moltissime serie vengono scelte. Parte una vera e propria caccia all’attore, dato che si presentano un gran numero di ruoli per ogni serie da proporre a una cerchia abbastanza piccola di persone, soprattutto perché le emittenti sono molto schizzinose nei confronti delle persone con cui dovranno lavorare – a lungo termine o meno. Spesso, inoltre, le emittenti hanno dei particolari contratti con degli attori, soprattutto con quelli con cui hanno già lavorato, così da assicurare loro una parte in una serie che potrebbe essere adatta a loro. Tutto questo discorso è inoltre valido anche per i registi e i membri della crew.
Verso marzo/aprile si ha la fase di post-produzione dei pilot, così da arrivare agli Upfront di maggio: dopo aver visto i pilot e dopo aver decretato quale serie merita di essere prodotta per entrare nel palinsesto invernale, ogni emittente annuncia le proprie nuove serie. A questo punto, il gruppo di scrittori inizia a delineare la storia del secondo episodio e di tutti quelli a seguire, per poi iniziare le riprese ufficiali da metà agosto. In alcuni casi, può accadere che il pilot venga nuovamente girato o che alcune scene vengano cambiate così da riadattare meglio la storia per gli episodi a seguire. Verso fine agosto ogni emittente pubblica il proprio palinsesto settimanale, inserendo le serie vecchie con quelle nuove, con alcune che vengono direttamente inserite come mid-season, cioè serie che verranno trasmesse tra gennaio e marzo.
Anche quest’anno le emittenti si stanno preparando alla scelta finale delle nuove serie da inserire nei loro palinsesti: sei per la CW, dodici per la FOX, ventiquattro per la ABC, diciassette per la CBS (tra cui la serie dedicata al giovane Sheldon Cooper di cui vi ho già parlato, che è tra le direct to series) e quattordici per la NBC. Adesso non posso che dirvi che sicuramente riparleremo di questo argomento non appena verranno decretate le nuove serie per ogni emittente, così potrò presentare a tutti le nuove possibili droghe telefilmiche che riempiranno i nostri giorni a settembre, tra l’euforia post sessione autunnale e la disperazione per l’inizio di un nuovo, lungo semestre.
Chiara Testa
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