Intervista ad Alberto Travisani a cura di Vittorio Melucci. 

Come ho aperto la mia azienda grazie ad Instagram

Vittorio: Ciao Alberto, noi ci conosciamo da un po’, ma per gli altri non è così… Cosa ne dici di raccontare la tua storia? Di parlarci del tuo successo?

Alberto: Ciao Vittorio, certo! Prima mi presento, allora il mio nome è Alberto Travisani, ho 20 anni e sono un imprenditore digitale.

Più che parlarti del mio successo, tanto improvviso quanto inaspettato, voglio raccontarti quella che è stata la mia esperienza e come mi sono approcciato a questo mondo da qualche anno ad oggi.
Chissà che non possa essere uno spunto utile anche per chi leggerà la mia intervista, perché ti parlerò di come realizzare qualcosa d’importante partendo da ciò che ti piace fare.

Dunque, tutto iniziò nell’aprile del 2016, frequentavo l’ultimo anno di Liceo e mio fratello iniziò a parlarmi di Instagram, il social network che aveva iniziato a spopolare tra i ragazzini della mia età.

Attratto dalle spiegazioni di mio fratello e spinto da una certa curiosità, aprii il mio account e iniziai a cercare e seguire amici e conoscenti. Pensavo che non ci fosse nessuno che conoscessi, data l’origine del social, prettamente americano, invece mi accorgo che (quasi) tutti avevano un proprio profilo: amici, conoscenti, parenti… insomma, mi sentivo fuori dal mondo.

Tra i banchi di scuola, spinto probabilmente dalla noia durante il ripasso per l’Esame di Stato, tirai fuori lo smartphone e feci una ricerca su Google, dal titolo: “come crescere su Instagram”.

Trovai vari articoli, corsi, guide…uno su tutti catturò la mia attenzione: il corso Instagram On Fire di Dario Vignali e Stefano Mongardi.

Costava 30€, mi sembravano tanti soldi per una spesa su internet, ne parlai con mia mamma a cena, che subito disse: “Ma lascia perdere… son solo dei gran venditori” e così la voglia di acquistarlo calò leggermente.

Mi ha sempre attirato molto l’idea di avere tanti Follower, fare l’influencer, quindi essere pagato ed ottenere gratuitamente prodotti da sponsorizzare sul mio profilo.

Quindi, tralasciando il pensiero di mia madre, qualche giorno dopo lo acquistai, guardai le prime lezioni e scoprii la community di utenti riservata a chi ha acquistato il corso. E finalmente creai il mio profilo.

All’interno della community iniziai a conoscere gente, parlarci (scrivendo) e ad imparare numerose informazioni e strategie riguardanti Instagram.

Passati gli esami, mia madre, come al solito, mi spronava a cercare lavoro come bagnino, cameriere, barista… come di fatto facevano i miei coetanei per darsi un po’ da fare. Così, inviai qualche curriculum qua e là ma non trovai nulla.

Dunque mi venne in mente qualcosa…

Non c’era migliore occasione e momento per mettere in pratica tutto ciò che stavo imparando e sto imparando (tutt’ora) “in questo nuovo mondo” e decisi di iniziare a scattarmi foto e a pubblicarle nel mio profilo, con la speranza di crescere sempre più!

Ma presto noto che scattarmi foto e pubblicarle richiedeva tempo ed era diventato quasi un lavoro. Non ne avevo mai voglia, non mi piaceva e non faceva per me.

Conclusa l’estate, iniziai l’università, “Facoltà di Scienze Statistiche: Finanza, Assicurazioni e Impresa”.

Ma dopo qualche mese mi accorsi che non mi piaceva e di andarci sempre di malumore e controvoglia e, soprattutto non era quello che volevo fare, probabilmente era quello che volevano i miei genitori per me.

Comunque, influenzato dai genitori, coetanei e il “senso da nullafacente” mi mossi per cercare lavoro come consegna pizze, cameriere e venditore di biglietti in un cinema. Sentendo giornalmente le citazioni “incoraggianti” di mia madre del tipo:

per forza ti toccano sti lavori qui, a quest’età cosa pensate di saper fare?”

Nel mese successivo, continuai il mio lavoro su Instagram e appurato di non voler lavorare sul mio profilo personale, ne creai un altro, sul tema lusso: chiamato “luxury_at” (at sono le mie iniziali).

Iniziai a postare quotidianamente foto (trovate su internet) di ville, resort, panorami suggestivi e oggetti lussuosi… Applicando tutte le strategie imparate, più che nel corso stesso, parlando con le persone della community di Dario. La pagina iniziò a crescere sempre più velocemente toccando picchi di oltre un milione e mezzo di visualizzazioni settimanali, che si traducevano in decine di migliaia di Like a foto e circa 1.000/2.000 Follower al giorno.

Iniziano ad arrivarmi decine di messaggi da sconosciuti, soprattutto italiani, ma un po’ da tutto il mondo del tipo: “Come fai?” “Potresti darmi qualche informazione”?

Rispondo con calma a tutti cercando di essere il più utile possibile.

Vittorio: Quindi avevi iniziato a far crescere quest’altro profilo, a quanto era arrivato?

Alberto: Nel dicembre del 2016 la mia pagina “luxury_at” contava circa 60.000 Follower. E quindi avevo numerose richieste, che aumentavano a dismisura. In più, c’era l’università che si faceva sempre più pesante, e iniziavo ad odiarla.

Vittorio: Ok continua pure con la storia!

Alberto: Continuo con il lavoro su Instagram e mentre cresce la curiosità, l’interesse, ma soprattutto la passione per ciò che sto facendo con Instagram, mi viene l’idea di smettere pian piano di dare informazioni e consigli alle persone e di lanciare un servizio a pagamento in cui faccio io quel lavoro per gli altri.

Creo un post nel gruppo Facebook della community in cui spiego, appunto, ciò che vendo.

Iniziano a piovermi letteralmente messaggi di persone interessate al servizio. L’università occupa quasi tutto il mio tempo, cerco di rispondere durante il tragitto in treno e tra una pausa e l’altra durante l’arrivo dei professori.

Inizio a lavorare su vari profili di altre persone, inizialmente un po’ scettiche nel lasciarmi in mano il loro account. (Dopotutto le capivo… perché lasciare nelle mani di un diciannovenne le proprie credenziali?)

Incasso le prime 2-3 centinaia di euro al mese, mi sembrano una barca di soldi, o meglio, la cosa più strana è guadagnare semplicemente utilizzando un computer e una connessione internet.

La cosa inizia a piacermi, faccio qualche soldo semplicemente svolgendo quella che per me è un’attività quasi divertente, non di certo un lavoro.

Nei mesi successivi il mio post inizia a ricevere commenti di persone entusiaste, che lasciano feedback positivi e visibili a tutti.

Curiosità, interesse e passione mi spingono ad approfondire gli studi dietro quel mondo che stavo man mano scoprendo.

Lancio un secondo servizio, che in qualche modo completi il primo. Per testarlo (per alcuni giorni) lo offro gratis a quelli che erano già miei clienti da dicembre. Riscuote grande successo, ben oltre le aspettative e le richieste aumentano, anche trenta persone al giorno.

Arrivo ad Aprile 2017 ad un anno dal quale tutto è iniziato, sommerso dai messaggi privati, rispondo tardi alle persone, addirittura 2 settimane dopo.

Perdo così gran parte dei nuovi contatti interessati ad acquistare i servizi. Inizio ad alzare i prezzi da una cinquantina di € ad account a circa cento.

Vittorio: Ma in tutto questo, l’università che fine ha fatto?

Alberto: Eh, purtroppo gli esami universitari erano alle porte (di fatto ero impreparato), l’ansia aumentava, alimentata dal mio non studiare per dedicarmi alla mia attività, oltre che da mia madre (laureata e masterizzata…).

Arrivato a quel punto, rifletto bene su quello che posso fare della mia vita… da un lato l’università, quella che per tutte le persone che mi circondano rappresenta il futuro, l’unica strada per trovare un lavoro appagante e avere successo. (Ne dubitavo fortemente… studiare mi annoia terribilmente e quella non poteva essere l’unica strada possibile per il mio successo personale… inoltre non ero così sicuro che lavorare per altri, quindi alle idee e interessi altrui fosse ciò che volevo. Per la mia testa iniziavano a divagare questi pensieri…).

Dall’altro un vero e proprio “divertimento produttivo”. Guadagnare soldi divertendomi e ottenendo la felicità e soddisfazione delle persone, quasi felici di spendere soldi per il tipo di lavoro che facevo sul loro profilo.

Arriva il momento di  prendere la decisione di lasciare gli studi, contro tutti, praticamente contro la società che quasi impone, soprattutto a chi come me ha fatto il Liceo Scientifico, di laurearsi. I miei genitori non sono d’accordo ma se ne fanno una ragione.

A maggio del 2017, mi contatta (inaspettatamente) Stefano Mongardi, creatore del corso e della community, imprenditore d’indiscusso successo che oggi lavora e vive a Los Angeles, chiedendo di comprare i miei servizi per il suo profilo Instagram. Ero felice e onorato della richiesta ma comunque una domandina me l’ero fatta…: “Perché il creatore del corso Instagram più venduto in Italia viene a chiedere a me di aiutarlo proprio su Instagram?”

Pensieroso ma allo stesso tempo entusiasta, accetto la proposta. Il suo profilo inizia a crescere forte (anche grazie alla popolarità di Stefano), si parla di circa 500 Follower al giorno con picchi di 700/800.

Inizio a sentirmi quotidianamente con Stefano che, oltre a mostrarsi riconoscente per il lavoro svolto, mi dà numerosi suggerimenti e spunti utili per la mia crescita personale e professionale.

Un paio di settimane dopo mi chiederà di lavorare insieme gestendo alcuni profili di celebrità e brand americani, fornendo loro un servizio più evoluto, venduto a circa 8 volte le cifre che stavo chiedendo io in Italia.

La cosa si fa sempre più interessante quanto ingestibile.

Rimango sveglio giorno e notte a studiarmi e approfondire le strategie di crescita per sviluppare account, fare test, confrontarmi con le persone, rispondere a tutti i messaggi, mail e telefonate. Tutto arriva da tutt’Italia, oltre che dagli Stati Uniti grazie a Stefano.

I guadagni si fanno importanti senza che nemmeno me ne accorga, di fatto sono l’ultima cosa che mi interessa. Non perché non mi interessino, anzi, ma per me ora l’importante è fare bene, rimanendo concentrato su ciò che sta succedendo, ai soldi penserò dopo. Posso anche guadagnare grosse cifre, ma se non ripago la fiducia delle persone che fin da subito si sono fidate di me che mi scrivono ogni giorno per complimentarsi e che pure mi pagano per fare quello che mi piace, non vado da nessuna parte.

Invece voglio cavalcare l’onda e non perdere quest’occasione che mi sta stravolgendo (in positivo ovviamente) la vita in brevissimo tempo.

In estate penso: ok il “lavoro” e tutto ma… nella mia vita sto trascurando letteralmente tutto il resto.

“Assumo” due miei amici che possano aiutarmi, nel giro di qualche settimana insegno loro la parte operativa, così che possa rifiatare e godermi un po’ l’estate. – Chiaramente loro non sono me, soprattutto dal punto di vista strategico non riescono a gestire i clienti, ma per un paio di mesi tiriamo avanti.

L’enorme soddisfazione è poter stare ogni giorno al mare senza pensieri fastidiosi (come l’ansia per gli esami), sapendo pure di guadagnare, mi accorgo che i miei coetanei non ci sono, sono tutti impegnati con l’università o con lavori vari stagionali, come bagnino, barista, cameriere.

Vittorio: Quindi, in quel momento hai preso la decisione di andare “all-in”?

Alberto: Si, a quel punto presi un appuntamento da un commercialista ed aprii un’impresa individuale, diventai ufficialmente registrato come imprenditore, ero in regola e potevo fatturare alle aziende che lo richiedevano.

La gente della community mi conosce, i contatti mi generano altri contatti che si fanno via via sempre più interessanti, arrivando a calciatori, Fiorello, Borghese, celebrità e musicisti americani e non.

Ricevo sempre più spesso richieste da clienti ma anche da chi vorrebbe lavorare con me, chi mi invita in vari posti per l’Italia, chi mi propone la scrittura di un libro, chi mi chiede interviste (per esempio a Mediaset).

Inizio così ad incontrare fisicamente quelle che per me erano fino ad ora “persone digitali”.

Vittorio: Ma tutt’ora offri servizi solo su instagram o anche altri tipi di servizi?

Alberto: No, da un po’ ci siamo allargati e offriamo altri servizi digitali, non solo instagram ma anche Facebook, siti web e grafica, grazie a quelli che dopo qualche chiacchiera e collaborazione, sono divenuti validi collaboratori.

Vittorio: E ritornando alla tua storia, dopo l’estate cosa hai fatto?

Alberto: Finita l’estate 2017 mi sono concentrato totalmente sulla crescita della mia attività, ad oggi giro sempre di più, passo settimane tra Roma e Milano per incontrare persone, clienti e collaboratori per nuovi progetti e tutti quelli a cui racconto la mia storia ne sono entusiasti.

Vittorio: Ho visto anche che hai tenuto dei discorsi in diverse città, sono state belle esperienze?

Alberto: Sì ho tenuto degli speech, uno è capitato di recente presso l’Università di Reggio Emilia, in cui ospitano casi imprenditoriali di successo e dove sono stato il più giovane relatore.

Sono anche stato candidato per parlare a TED-X giovani Cesena e per me è stato un grande onore portare la mia storia ad un evento simile.

Vittorio: Ok Alberto, grazie della storia che ci hai raccontato, sono sicuro sarà di ispirazione per molti!

Alberto: Grazie a te Vittorio per avermi dedicato del tempo, ci tengo anche a ringraziare tutte le persone incontrate in questo percorso (che sono davvero tante) che mi hanno portato in poco tempo ad essere uno dei più giovani imprenditori digitali del panorama italiano. Senza il loro contributo tutto questo non sarebbe mai nato.

Alberto conclude lasciando un suggerimento al lettore:

“Lavora con le tue passioni e sarà come non lavorare mai, produrrai molto di più e ti godrai la vita guadagnando con quello che ti piace fare…”

 

Per maggiori informazioni:  https://www.atgroup.media/

Chiara Cangini

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